Marcucci Mario stampa la scheda Stampa

Viareggio (Lucca), 26/08/1910

Cognome Marcucci
Nome Mario
Luogo di nascita Viareggio (Lucca)
Data di nascita 26/08/1910
Luogo di morte Viareggio (Lucca)
Data di morte 22/05/1992
Pittore Si
Scultore No
Incisore No
Decoratore No

Biografia

Nasce a Viareggio il 26 agosto 1910 da una famiglia di marinai. Fino al 1923 frequenta la Scuola Tecnica Comunale di Viareggio e, dopo avere svolto svariati lavori, a diciassette anni decide di imbarcarsi in compagnia del padre e del fratello maggiore. Coltiva la passione per il disegno e per la pittura, a cui si dedica da autodidatta, dipingendo su supporti casuali quali la pagina di un giornale, un foglio di quaderno, il fondo di una scatola, la matrice di un bollettario di vendita, il rovescio di una cartolina, un pezzo di carta da pacchi. Fin dalle prime opere, eseguite negli anni 1927-30, mostra una predilezione per la pittura a olio e l’acquerello, traendo i propri soggetti dall'ambiente domestico e familiare. In questa fase, il suo stile sostanzialmente naïf, mostra l’influsso dei macchiaioli, in particolare di Silvestro Lega e Giovanni Fattori, dei quali aveva potuto vedere alcuni quadri nelle esposizioni estive al Caffè Barsanti di Viareggio. Durante il servizio di leva in qualità di furiere nella Regia Marina a La Spezia, svolto tra il 1930-32, stringe amicizia con i concittadini e coetanei Mario Tobino, psichiatra e scrittore, e con Cesare (Luca) Ghiselli, scrittore e poeta. Con quest'ultimo instaura un sodalizio artistico che sarà fondamentale per la sua formazione. Ottiene il primo riconoscimento nel 1932, quando, ancora militare vince il primo premio di 1000 lire per il dipinto "Cabine sul mare" al concorso di pittura organizzato in occasione del premio letterario Viareggio. Dopo il congedo militare rientra a Viareggio ed inizia a frequentare, in compagnia degli amici Ghiselli e Tobino, il Caffè-cinema-teatro Eolo sul Lungomare di Viareggio, ritrovo di tanti celebri pittori e letterati che all'epoca frequentavano la Versilia. Fondamentale l’incontro con Gino Parenti che, nel 1934, ne recensisce la personale tenutasi al Kursaal (il casinò allora esistente a Viareggio). Attraverso il critico conosce all'opera di Scipione (Gino Bonichi) e Mario Mafai. Nel 1937 vince il premio Viani in un concorso per artisti toscani annesso alla settima edizione del premio letterario Repaci, ottenendo le lodi di Carlo Carrà, che lo presenta nelle pagine dell’Ambrosiano come giovane pittore promettente. Negli anni seguenti raccoglie consensi più da parte di letterati e poeti che da critici d’arte. Risale al settembre 1939 l’incontro con Alessandro Parronchi, che lo introduce nella cerchia dei poeti e scrittori residenti a Firenze, tra cui Mario Luzi, Eugenio Montale, Carlo Betocchi, Romano Bilenchi e Antonio Delfini, i quali trovano nelle sue opere il corrispettivo pittorico del loro sentire poetico. Alla fine del 1939 è richiamato alle armi e inviato in Sardegna, presso la Maddalena, dove rimane, salvo brevi interruzioni, dal novembre 1939 all'inizio del 1941, inaugurando una parentesi particolarmente felice sul piano artistico. Nel 1940 espone alla galleria Il Milione a Milano, con presentazione di Antonio Delfini, il primo a paragonare la sua pittura con quella di Giorgio Morandi, raffronto divenuto successivamente canonico così come quelli con Ottone Rosai e Filippo De Pisis. Il riconoscimento definitivo a livello nazionale avviene nel 1941 con la vittoria in occasione del terzo premio Bergamo con le opere "Fiori" (ubicazione ignota), un piccolo "Autoritratto" (1939-40: collezione privata) e un "Paesaggio" (ubicazione ignota) realizzato alla Maddalena. Dopo il congedo dal servizio militare è ospite di Parronchi nei pressi di Greve in Chianti, e a seguito della Liberazione si trasferisce a Firenze, dove apre uno studio in via dei Serragli, per tornare poi nuovamente a Viareggio. Nel dopoguerra mantiene uno stile scevro da ideologie politiche, orientandosi su una pittura di stampo intimista e dai modi pittorici corsivi, asciutti, improntata al tonalismo. Dopo aver esposto alla galleria "Il Fiore" di Firenze nel 1945, vince nel 1946 il "Premio Prato" e nel 1948 prende parte alla V Quadriennale romana. Nel 1948 ottiene un importante riconoscimento con l’invito alla XXIV Biennale di Venezia, dove espone una natura morta, un paesaggio e tre ritratti. In quell'occasione resta colpito dalla pittura di Picasso, come testimoniano alcune opere di riferimento cubista realizzate tra la fine degli anni Quaranta e i primissimi Cinquanta. Nel 1949 espone alla Vetrina di Chiurazzi a Roma, presentato da Aldo Palazzeschi. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1950 e nel 1954, e vince alcuni premi tra cui il "Premio Fiorino" a Firenze nel 1954. Si trasferisce quindi per qualche anno a Roma; nel 1954 tiene una personale alla galleria "Il Pincio" con presentazione di Alberto Moravia. A partire da questo momento inizia a rallentare l'attività espositiva; tra le rassegne principali ricordiamo le Quadriennali romane fino al 1965 e, nel 1960, alla mostra tenuta a Ferrara sul "Rinnovamento dell’arte in Italia dal 1930 al 1945". Al breve periodo romano segue un nuovo soggiorno fiorentino, fino alla tremenda alluvione del 1966 che distrugge il suo atelier, spingendolo a rientrare definitivamente a Viareggio con Carla Emilia Fontanini, che sposerà il 23 settembre 1985. Nel 1968 la Galleria Farsetti di Prato gli dedica una mostra di cento opere raccogliendo in catalogo i contributi dei suoi maggiori estimatori, mentre le Edizioni Pananti di Firenze danno inizio nel 1984 alla pubblicazione dei "Quaderni Marcucci", piccole raccolte tematiche a corredo di mostre, stampandone cinque numeri, fino al 1987. Nel 1984 si dedica all'imitazione dei pittori italiani del Medioevo con opere quali Madonna da Giotto, e a imitazioni da Masaccio, al quale è stato accostato per la solidità della pittura. Negli anni Ottanta espone presso le gallerie "Farsetti" di Prato, "Il Milione" di Milano e "Pananti" di Firenze; mentre a Viareggio è allestita una personale in occasione del sessantunesimo "Premio letterario Viareggio-Repaci", nel 1990. Muore nella città natale il 2 maggio 1992.

Per una panoramica dell'opera del pittore si segnala la voce biografica a lui dedicata, a cura di Valentina Stefani, nel Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 70 (2008) ed il catalogo Mario Marcucci 1910-1992. Gli occhi del Novecento, a cura di A. Serafini, Lucca, M. Pacini Fazzi, 2005.

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