Dazzi Arturo stampa la scheda
Carrara, 13/07/1881
| Cognome | Dazzi |
|---|---|
| Nome | Arturo |
| Luogo di nascita | Carrara |
| Data di nascita | 13/07/1881 |
| Luogo di morte | Forte dei Marmi (Lucca) |
| Data di morte | 16/10/1966 |
| Pittore |
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| Scultore |
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| Incisore |
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| Decoratore |
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Biografia
Nasce a Carrara il 13 luglio 1881 da Lorenzo e Amalia Castel Poggi, che lo chiamano William (il nome Arturo sarà adottato in seguito). A seguito della partenza del padre, proprietario un laboratorio per la lavorazione e il commercio del marmo, alla volta degli Stati Uniti, da cui non farà più ritorno, inizia a lavorare nella bottega dello zio come apprendista scalpellino. Nel 1892 al 1899 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove è allievo dello scultore Lio Gangeri. Nel 1901 ottiene un pensionato artistico triennale, si trasferisce quindi a Roma, dove nel 1904 sposa Lia Scopsi, dalla quale ha due figli: Romano (nato nel 1905) e Renzo (nato nel 1907). Nel 1905 vince un’ulteriore borsa di studio, che gli consente di proseguire gli studi. Nel 1906 partecipa alla Mostra nazionale di belle arti di Milano e l’anno seguente all'Esposizione della Società Promotrice degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma, di cui dal 1911 diviene socio. Nel 1908 realizza la statua del cardinal De Luca per il Palazzo di Giustizia e l’anno successivo si classifica al concorso di II grado per il fregio del sottobasamento della statua equestre a Vittorio Emanuale, insieme allo scultore Angelo Zanelli (che risulterà il vincitore). Partecipa a numerose esposizioni in varie città italiane (Roma, Napoli, Firenze, Venezia). Premiato all’esposizione internazionale di San Francisco nel 1915, ottiene importanti committenze nell’ambito della scultura celebrativa, tra cui il Monumento a Enrico Toti e il Monumento al Ferroviere, inaugurati a Roma rispettivamente nel 1922 e 1923. Nel 1922 partecipa con successo alla Prima Fiorentina primaverile e inizia la significativa collaborazione con l'architetto Marcello Piacentini nella decorazione della sede della Banca d’Italia nell’attuale Piazza del Parlamento (1922-1923), dell’Arco di trionfo dei Caduti di Genova (inaugurato nel 1931) e del Palazzo di Giustizia di Milano (1939). Fra il 1923 e il 1925 realizza i monumenti ai caduti ad Ancona, Rossignano Marittimo, Codogno, Crema, e poi a Fabriano (1926), a Santa Croce sull'Amo (1927), nel 1928 il S. Sebastiano per la Casa Madre dei mutilati a Roma e una Vittoria sul monumento della Vittoria a Bolzano. Dal 1925 si stabilisce a Forte dei Marmi, dove frequenta, tra gli altri, Carlo Carrà e Ardengo Soffici. Si dedica anche alla pittura, esponendo per la prima volta alcuni disegni alla Promotrice romana del 1927. Nel 1930 partecipa alla Prima Mostra Nazionale dedicata all’Animale nell’Arte presso il Giardino zoologico di Roma. Nel periodo fra le due guerre partecipa alle principali esposizioni nazionali e internazionali, come la Mostra d'arte moderna italiana di New York e Brighton (1926), la Mostra internazionale d'arte di Madrid (1928), la mostra d’arte italiana del XIX E XX secolo di Parigi al Jeu de Paume (1935), le Biennali di Venezia (1912, 1914, 1920, 1926, 1928, 1932, 1952), la Quadriennale di Roma (1931, 1935), l’Esposizione d'arte moderna di Budapest (1936), l'Esposizione internazionale di Parigi (1937), dove riceve il "Grand Prix, e quella mondiale di New York (1939), con il monumento a Guglielmo Marconi dal titolo “La radio che porta il cuore del mondo”, un colosso di cinque metri e mezzo; alla figura dello scienziato dedica inoltra la grande stele inaugurata all’Eur di Roma nel 1959. È stato titolare della cattedra di scultura all’Accademia di Carrara dal 1929 al 1951. Muore a Forte dei Marmi il 16 ottobre 1966. Un corpus di pitture a sculture dell’artista è stato donato dalla moglie al Comune di Forte dei Marmi.
Per un approfondimento sul rapporto tra Dazzi e la Versilia cfr. L'estate incantata: La Versilia nelle opere di Dazzi, Carrà, Soffici, Firenze, Maschietto e Musolino, 2004 e Arturo Dazzi: dipinti e sculture dalla donazione Dazzi di Forte dei Marmi, a cura di Anna Vittoria Laghi, Montecatini Terme, M&M, 2002.

