Sargentini Ruggero stampa la scheda
Viareggio (Lucca), 05/06/1902
| Cognome | Sargentini |
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| Nome | Ruggero |
| Luogo di nascita | Viareggio (Lucca) |
| Data di nascita | 05/06/1902 |
| Luogo di morte | Viareggio (Lucca) |
| Data di morte | 17/01/1995 |
| Pittore |
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| Scultore |
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| Incisore |
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| Decoratore |
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Biografia
Nasce a Viareggio il 5 giugno del 1902, da una famiglia numerosa; il padre Francesco è impiegato presso la società che gestisce il trasporto tramviario che da Camaiore conduce a Viareggio, la madre Elisa Tardelli è dama di compagnia presso una nobile famiglia di Massarosa. Frequenta il Regio Istituto Belle Arti di Lucca sotto la direzione di Alceste Campriani (documentato nell’A.A. 1919/20 e 1922/23) ed ha come compagni di corso, tra gli altri, il pittore Mario Palagi e la scultrice Rita Marsili. Nel 1934 partecipa alla III edizione del Premio Caselli, dove ottiene in ex aequo con Pellegrino Lamberti il secondo premio per la pittura, con una commissione composta da Ezio Ricci, Bruno Cordati e Lorenzo Viani. Nel 1936 viene scelto da quest’ultimo come assistente nella realizzazione delle pitture per il Collegio “IV Novembre” per gli orfani del mare a Lido di Ostia (Roma); tale esperienza, di particolare rilievo sia dal punto di vista artistico che umano, diverrà oggetto di una pubblicazione, edita nel 1982, dal titolo "Lorenzo Viani e io". Nel periodo tra le due guerre partecipa ad importanti esposizioni sia a livello locale che nazionale, tra cui la Biennale di Venezia (1938, 1940, 1942, 1948) e la Quadriennale di Roma (1939, 1948, 1952). Durante il secondo conflitto mondiale è fatto prigioniero dai tedeschi. Animato da un forte senso religioso, trascorre le vacanze estive presso l’eremo di Camaldoli, decorando la farmacia e vari ambienti del Monastero, che diviene oggetto di rappresentazione di moltissimi suoi quadri. Ha svolto la professione di insegnante di disegno presso le scuole medie in diverse città: Grosseto, La Spezia, Pisa, Bozzano, Viareggio (presso gli Istituti Jenco e Motto). Artista chiuso e riservato, poco incline alle luci della ribalta, nel corso degli anni Cinquanta rallenta progressivamente l’attività espositiva, senza per questo cessare di dipingere. Tra i soggetti prediletti, oltre al ritratto e alla natura morta, in cui raggiunge esiti di particolare raffinatezza, un posto di rilievo occupa senza ombra di dubbio la città di Viareggio, di cui è tra i principali iconografi del tempo, insieme ai colleghi Oreste Paltrinieri e Giuseppe Murri. Appassionato di archeologia, a partire dagli anni Quaranta si dedica agli scavi presso il lago di Massaciuccoli, riunendo una collezione di reperti, in seguito donata alla Città di Lucca. Nella seconda metà degli anni Settante la sua pittura acquista una maggiore immediatezza e libertà cromatica. Di questa fase Avaro Bongi, in un articolo pubblicato su "Il Tirreno" dell'8 ottobre 1977, afferma: «la pittura di Sargentini è maturata in conformità ed in ordine all'esperienza e al tempo. Si è fatta storico-attuale. Si è sfrondata del superfluo, sintetizzata, contenuta, per assumere l'impronta e il linguaggio della sostanza manovrata, più martoriata, più condensata, piena di lirismo tonale, di toni musicali, di luce armonica, di aria e di spazio, di trasparenze e velature dentro l'anima e la carne della materia. Una pittura dalla pennellata calda, ristretta all'essenziale, più eloquente, di un fascino che attrae e che emoziona, sia quando è mare e cielo, marina, paesaggio o figura, sia quando è natura di cose ed oggetti vivi o morti, sia quando è interpretazione sensitiva, emozionale e sensoriale che toccano l'artista e che "fanno" la sua opera». Muore a Viareggio il 17 gennaio 1995.
Tra i contributi bibliografici a lui dedicati, segnaliamo il catalogo “I Sargentini: un bouquet di colori e coriandoli", a cura di Enrico Dei, Viareggio, Pezzini, 2011.

