Nocchi Pietro stampa la scheda Stampa

Lucca, 12/06/1783

Cognome Nocchi
Nome Pietro
Luogo di nascita Lucca
Data di nascita 12/06/1783
Luogo di morte Lucca
Data di morte 14/08/1854
Pittore Si
Scultore No
Incisore No
Decoratore No

Biografia

Nacque a Roma il 12 giugno 1783, figlio del celebre artista Bernardino e di Clementina Ricci, a sua volta figlia del pittore romano Francesco. Dopo l’apprendistato nella bottega paterna, frequentò l’Accademia di S. Luca a Roma. Qui visse fino al 1806, anno in cui decise di fare ritorno a Lucca, città d’origine del padre. In questa prima fase si dedica principalmente al ritratto e la sua produzione è ancora legata all’influenza paterna, in parte mediata dalle suggestioni derivanti dall’opera di Pompeo Batoni, come risulta evidente dall’analisi delle pale d’altare in stile neoclassico per la chiesa di S. Andrea in Caprile a Lucca: "Cuore di Gesù, S. Vincenzo e S. Teresa" (1809), e "S. Andrea condotto al martirio" (1811), oltre alla "Vergine del Carmelo con Gesù bambino" e "S. Francesco Saverio morente" (1811), per la chiesa di S. Gennaro. Nel 1806 soggiornò a Siena, Pisa e Firenze; rientrato a Roma alla morte del padre, il 27 gennaio 1812, realizzò da un disegno di Bernardino le due tele destinate al Quirinale che questi era stato incaricato di dipingere per l'arrivo di Napoleone e della consorte Giuseppina Beauharnais, raffiguranti "Ebe che versa il nettare a Giove", nella sala da pranzo dell’imperatore, e "Febea che sparge rose e papaveri", nella camera da letto dell’imperatrice; le opere furono presentate nella sala d’esposizione dell’Accademia di S. Luca. Nel 1813 presentò Michele Ridolfi e Raffaele Giovannetti, scesi in quegli anni da Lucca a Roma per un viaggio di studio, al suo mentore Canova, e li affidò al primo pittore di Roma, Vincenzo Camuccini. Nello stesso anno tornò definitivamente a Lucca, dove fu chiamato a insegnare disegno e pittura nel Liceo Felice e nell’Istituto Elisa, al posto di Stefano Tofanelli, morto nel 1812. Con l’ascesa al trono di Maria Luisa di Borbone, assunse un ruolo di rilievo in qualità di esperto ed estimatore del patrimonio artistico della città, collaborando in seguito per il figlio Carlo Lodovico, oltre che per le famiglie Garzoni e Buonvisi. Nel 1818 fu associato all’Accademia lucchese e iniziò a lavorare per la "Visione di Ugo Capeto", terminato 15 anni più tardi. La duchessa, nel 1819, lo elesse membro onorario della Commissione incaricata della conservazione dei monumenti di belle arti e dell’incoraggiamento delle arti e manifatture esistenti nel Ducato e, nel 1820, gli assegnò i brevetti d’onore di Primo pittore di camera e di Maestro di pittura del Re Carlo Lodovico. Nel 1821 sposò Angela Della Santa, livornese, da cui ebbe tre figli, Edoardo, Raffaello e Apollonia. L’anno seguente la duchessa gli affidò la direzione della Scuola di disegno nel liceo, ribattezzato “Carlo Lodovico”, dove fino al 1829 insegnò disegno e pittura. Maria Luisa che intendeva completare la ristrutturazione del Regio Palazzo, già avviata da Elisa Baciocchi, ispirandosi al Quirinale e ai Musei Vaticani a Roma, gli affidò l’esecuzione di due tele per i soffitti della stanza da letto e del gabinetto del re, raffiguranti l’Aurora con i giorni della settimana e Giunone chiede il cinto a Venere per ingannare Giove, terminate tra il 1820 e il 1822. Salito al trono Carlo Lodovico di Borbone nel 1824, ricevette dal giovane sovrano numerose commissioni e incrementò l’attività di ritrattista dedicandosi anche alla miniatura. Nelle opere della maturità si evidenzia l'adesione al purismo caro all’ambiente cattolico della città, di cui fu divulgatore Michele Ridolfi, divenuto nel frattempo apprezzato storiografo. Nocchi ebbe molte commissioni di soggetto sacro. Intensa e apprezzata dagli allievi fu anche l’attività didattica. Nel 1829, tuttavia, il duca affidò la cattedra di disegno a Raffaele Giovannetti, lasciando solo quella di pittura a Nocchi, che mantenne, però, la direzione della Scuola di nudo. Qui ebbe come allievi esterni Giuseppe Marcucci e Carlo Passaglia, oltre agli interni Giuseppe Bertini, Michelangelo Orsi e Nicolao Landucci, autore di un ritratto del maestro (Lucca, collezione privata). Nel 1832 divenne socio dell’Accademia dei Filomati. Con La visione di Ugo Capeto, terminata nel 1833 (Lucca, Museo nazionale di Palazzo Mansi), inaugurò un importante filone nella cultura storico-artistica della città, con episodi di storia longobarda. Negli ultimi anni di vita, tra il 1846 e il 1850, benché malato, Nocchi eseguì molti dipinti di soggetto sacro, per la chiesa di S. Andrea a Viareggio, e per la chiesa di Diecimo-Pescaglia (Lucca). Al 1850 risale l’ultima opera, la Vergine con bambino per la chiesa di Coreglia, in cui si avverte ancora l’influenza di Batoni. Morì a Lucca il 14 agosto 1854.

Per una ricostruzione della figura dell'artista cfr. il lemma a lui dedicato, redatto a cura di Alessandra Nannini per il Dizionario Biografico degli Itraliani, riferimento citato in bibliografia.

Opere

Ritratto della famiglia Orsucci
Titolo: Ritratto della famiglia Orsucci
Luogo attuale: Lucca, Museo Nazionale di Palazzo Mansi
Oggetto: quadro (allegata foto)
Soggetto: ritratto
Tecnica: olio su tela
Misure: cm 228 h x 375 l
Luogo attuale: Lucca, Museo Nazionale di Palazzo Mansi
Data restauro: 1972-10-22
Restauratore: Giannitrapani Fausto

Bibliografia

Libri

Anno Titolo Autore Editore Città
2013 Nocchi, Pietro, in "Dizionario Biografico degli Italiani" Alessandra Nannini Istituto dell'Encicolopedia Italiana Treccani Roma

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