Maccari Mino stampa la scheda Stampa

Siena, 24/11/1898

Cognome Maccari
Nome Mino
Luogo di nascita Siena
Data di nascita 24/11/1898
Luogo di morte Roma
Data di morte 16/06/1989
Pittore Si
Scultore No
Incisore Si
Decoratore No

Biografia

Nasce a Siena il 24 novembre 1898, da Latino e da Brunetta Bartalini. Il padre, professore di greco e latino, è frequentemente costretto a spostarsi per motivi di lavoro in diverse città italiane, tra cui Trani, Urbino, Milano, Genova, Livorno; nonostante ciò la famiglia è solita trascorrere, ogni anno, le vacanze estive a Colle Val d’Elsa, dal nonno paterno Leopoldo, scultore in marmo e cugino del più celebre pittore Cesare. Al termine degli studi liceali si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Siena. Partecipa giovanissimo alla prima guerra mondiale; nel 1918 è catturato dagli Austro-Tedeschi e internato in Ungheria. Al termine del conflitto rientra in Italia, dove riprende gli studi e si laurea nel 1920. Alla pratica forense affianca la passione per l’arte: si dedica al disegno, alla xilografia e alla pittura en plein air. Espone per la prima volta a Livorno nel 1921 alla V mostra del Gruppo labronico. Nello stesso anno si iscrive al fascio di combattimento di Colle di Val d’Elsa e partecipa nel 1922 alla Marcia su Roma. Nel 1922 sposò a Bologna Anna Maria Sartori, dalla quale ha quattro figli: Duccio (1924), Marco (1930), Giuseppe (1937) e Bruna (1940). Si stabilisce quindi a San Marziale, dove ricevette gli apprezzamenti di Ottone Rosai per alcune xilografie inviate all’editore fiorentino A. Vallecchi (1923). Nel 1924 iniziò a collaborare a un nuovo settimanale fondato, diretto e finanziato a Colle di Val d’Elsa da Angiolo Bencini, Il Selvaggio, dove pubblica le prime caricature e vignette satiriche. La rivista è espressione della dissidenza della provincia verso il fascismo ufficiale, tanto che nel 1925 ne vengono sequestrati due numeri. Inizia a collaborare alla rivista fiorentina Rivoluzione fascista, diretta da G. Casini, e nel 1926 intervenne su Critica fascista riguardo alla questione dell’Arte fascista. Alla fine del 1926, con l’allontanamento di Bencini, diviene il direttore responsabile del Selvaggio, abbandonando definitivamente la professione legale e accentuando il carattere artistico e letterario della rivista. Vengono introdotte le prime riproduzioni di opere d’arte e sono chiamati a collaborare, tra gli altri, A. Soffici, G. Morandi, Rosai, R. Bilenchi, A. Lega, F. Agnolotti, A. Palazzeschi, P. Bargellini, R. Bacchelli, E. Pea, L. Bartolini, R. Romanelli, A. del Rigo, Q. Martini, O. Gallo; nel frattempo la redazione di trasferisce a Firenze e la rivista diviene quindicinale. Quello stesso anno sigla l’atto di nascita di Strapaese, che promuove il recupero di una genuina cultura rurale nazionale. Nel 1927 apre a Firenze al n. 60 di via Zanobi una piccola galleria, La stanza del Selvaggio, inaugurata da Giuseppe Bottai, dove espongono tutti gli artisti legati al giornale. Insieme a questi da vita al gruppo del Selvaggio, con cui partecipa nello stesso anno alla II Esposizione internazionale dell’incisione moderna di Firenze e alla III Esposizione del Sindacato toscano delle arti del disegno e nel 1928 alla II Mostra del Novecento italiano nel palazzo della Permanente a Milano. Al 1928 risale anche la sua prima partecipazione alla XVI Biennale internazionale d’arte di Venezia con cinque xilografie (Bimbo che mangia, Bimbo seduto, A tavola, Discussione, Paesaggio) e una puntasecca (All’osteria). Chiamato da Malaparte a collaborare come redattore capo a La Stampa, nel 1929 si trasferisce a Torino. Nel frattempo la redazione del Selvaggio, in seguito alle accuse mosse dal Popolo d’Italia, organo ufficiale del partito, è trasferita prima a Siena e poi a Torino. Licenziatosi da La Stampa, nel 1932 passò al Popolo d’Italia come redattore addetto all’ufficio di Roma. Nella capitale, dove già era stato all’inizio del 1931 per partecipare alla I Quadriennale nazionale romana, stabilisce definitivamente la propria residenza e la sede del Selvaggio. Inizia a frequentare il caffè Aragno, stringendo amicizia con P. Cesarini e uomini di cultura legati al premio Strega e trovando l’adesione di nuovi collaboratori, come A. Benedetti, V. Cardarelli, G. Vicentini, C. Brandi, V. Brancati, B. Barilli, A. Mezio, F. Lanza, C. Mollino, A. Baldini, S. Volta, A. Trombadori, O. Tamburi, R. Guttuso, T. Scialoja, A. Ciarrocchi, G. Viviani e C. Socrate. Nel 1932 cura con Bartoli la ricostruzione storica dell’anno 1920 in occasione della Mostra della rivoluzione fascista, ordinata da B. Mussolini a Palazzo delle Esposizioni per celebrare il decimo anniversario della marcia su Roma. Espose poco e saltuariamente alle mostre d’arte organizzate dal Sindacato fascista di belle arti, partecipando invece con regolarità alla Triennale di Milano, alla Biennale veneziana e alla Quadriennale romana. Nel 1935 espone a Parigi alla mostra di arte moderna italiana al Jeu de Paume; nell’estate dello stesso anno chiede di essere richiamato al servizio militare e, in qualità di tenente di artiglieria di complemento, partecipa per alcuni mesi alle azioni di guerra in Africa Orientale. Nel 1937 Longanesi lo chiama a collaborare al nuovo settimanale di attualità politica e letteraria da lui diretto, Omnibus. Parallelamente intensifica l’attività pittorica ed espositiva. Nel 1938 presenta alla XXI Biennale di Venezia un gruppo di incisioni e disegni, che vengono in parte acquistati dalla National Gallery di Londra e dal ministero della Cultura popolare, e viene nominato insegnante di tecnica dell’incisione presso la Regia Accademia di belle arti di Napoli. Nel 1939 tiene una personale di disegni e incisioni alla III Quadriennale di Roma. Dopo l’intervento italiano in guerra l’attività del Selvaggio prosegue in tono minore. Nel 1940 ottiene la cattedra di tecniche incisorie all’Accademia di belle arti di Roma, collabora alla Mostra del cinema ordinata dalla VII Triennale di Milano e nel 1941 fu chiamato, in rappresentanza del ministro dell’Educazione nazionale, a far parte della giuria alla III mostra del Sindacato nazionale fascista di belle arti di Milano e alla terza edizione del premio Bergamo. Dopo la partecipazione alla IV Quadriennale romana e la chiusura del Selvaggio nel giugno 1943, inaugura nella sua casa del Cinquale la mostra «Dux», composta da una trentina di piccoli quadri e numerosi disegni di carattere satirico e grottesco che avevano per tema il duce, il Gran Consiglio, il re, le vicende del 25 luglio, la quale sancisce il suo definitivo allontanamento dal fascismo. Raggiunta la famiglia sfollata a Montignoso, aderisce al movimento partigiano di Apuania. Al termine del conflitto, riprende l’attività espositiva, sia in Italia che all’estero, e la collaborazione con testate e riviste di rilievo nazionale. Nel 1947 allestisce una mostra personale di dipinti e incisioni presso la galleria La vetrina di T. Chiurazzi in via del Babuino e partecipa alla mostra «Quarante ans d’art italien du futurisme à nos jours» al Musée cantonal des beaux-arts di Losanna ed è tra i sedici artisti italiani selezionati da L. Venturi e R. Bianchi Bandinelli per la mostra al Brooklyn Museum di New York. Nel 1948 prese parte alla Rassegna nazionale di arti figurative dell’Ente autonomo Esposizione nazionale quadriennale d’arte di Roma presso la Galleria nazionale d’arte moderna, che, l’anno precedente, aveva già acquisito numerose opere su carta del maestro. Quello stesso anno fu invitato alla XXIV Biennale di Venezia con una personale di una settantina di opere, per lo più dipinti e acquerelli, ordinata e presentata da Longhi, ottenendo il premio internazionale per l’incisione. Realizza inoltre varie scenografie per opere teatrali; la sua produzione è vastissima e comprende migliaia di disegni, centinaia di incisioni, litografie, acquarelli e oli. Nel 1948 Longhi firma il testo critico della prima monografia dedicata all’artista. Ancora nel entra in contatto con l’Art Club, l’associazione artistica indipendente fondata da J. Jarema, E. Prampolini e G. Severini. L’attività espositiva procede con mostre significative all’estero e in Italia. Al 1949 risale la lunga e proficua collaborazione come vignettista per Il Mondo di M. Pannunzio. Il dopoguerra fu anche il momento dei grandi sodalizi letterari, come quello con Palazzeschi, a cui affianca e la passione per la messa in scena teatrale. Dal 1959 è direttore dell’Accademia di belle arti di Roma, nel 1963 dell'Accademia di S. Luca e nel 1964 viene nominato, con M. Pallottino e C.L. Ragghianti, tra gli esperti della Commissione parlamentare mista per il patrimonio artistico nazionale. Tra i personaggi di maggior rilievo sulla scena culturale italiana, ottiene in quel giro di anni prestigiosi premi e riconoscimenti. Congedatosi dall’insegnamento nel 1970, soggiorna per lunghi periodi al Cinquale, dove trascorreva gran parte del tempo dedicandosi all’incisione con l’aiuto di N. Galleani, divenuto dal 1965 il suo stampatore. Dalla fine degli anni Settanta la sua produzione inizia a rallentare, mentre si moltiplicano le mostre organizzate dalle gallerie private e dalle istituzioni pubbliche tra cui, nel 1987 una mostra di oltre cento opere, con introduzione di N. Sapegno, organizzata dal Comune come manifestazione collaterale al premio letterario Viareggio-Repaci. Nel 1986 partecipa invece all’esposizione Roma 1934 curata da G. Appella e F. D’Amico alla Galleria civica di Modena e al Museo di Palazzo Braschi a Roma e alla mostra newyorkese Italies 1925-1985. Sessant’anni di vita culturale in Italia, allestita dal Center for Italian Studies della Columbia University. Muore a Roma il 16 giugno 1989. Un nucleo di opere di grafica sono conservate presso la Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti di Lucca.

La bibliografia dedicata all'artista è particolarmente vasta. Per un approfondimento sul rapporto tra Maccari e la Valle del Serchio cfr. I Selvaggi della Lucchesia: Mino Maccari a Barga, a cura di Barbara Cinelli e Umberto Sereni, Lucca, M. Pacini Fazzi, 2000.

Opere

Autoritratto
Titolo: Autoritratto
Luogo attuale: Lucca, Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Oggetto: grafica
Soggetto: composizione con figure
Tecnica: xilografia
Misure: cm 39 x 50
Luogo attuale: Lucca, Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Bancarella
Titolo: Bancarella
Luogo attuale: Lucca, Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Oggetto: grafica
Soggetto: composizione con figura
Tecnica: xilo e lineografia
Misure: cm 25 x 18
Luogo attuale: Lucca, Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Convitato di pietra
Titolo: Convitato di pietra
Luogo attuale: Lucca, Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Oggetto: grafica
Soggetto: composizione con figure
Tecnica: xilografia
Misure: cm 37 x 50
Luogo attuale: Lucca, Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
La battaglia
Titolo: La battaglia
Luogo attuale: Lucca, Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Oggetto: grafica
Soggetto: composizione con figure
Tecnica: acquaforte/acquatinta
Luogo attuale: Lucca, Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
La sfilata
Titolo: La sfilata
Luogo attuale: Lucca, Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Oggetto: grafica
Soggetto: composizione con figure
Tecnica: xilografia
Misure: cm 23 x 34
Luogo attuale: Lucca, Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Mozart
Titolo: Mozart
Luogo attuale: Lucca, Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Oggetto: grafica
Soggetto: composizione con figura e animale
Tecnica: linoleografia
Misure: cm 50 x 35
Luogo attuale: Lucca, Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti

Esposizioni

Anno Titolo Luogo Città Nazione
1931 Mostra degli Artisti Toscani Kursaal Viareggio Italia
1937 IV Mostra Estiva Viareggina Kursaal Viareggio Italia
1943 Dux Villa del Cinquale di proprietà dell'artista Montignoso (Massa Carrara) Italia
1957 Mostra personale Galleria La Pantera Lucca Italia
1965 Dipinti di maestri contemporanei Galleria La Piramide Lucca Italia
1966 Macchiaioli ed altri maestri Galleria La Navicella Viareggio Italia
1978 Mostra di incisioni di Maccari, Manfredi e Possenti Galleria Barsotti Lucca Italia

Bibliografia

Riviste

Anno Titolo Numero Edizione Titolo rivista Città
La frusta del Selvaggio 7 1955 Critica d'arte

Cataloghi

Anno Titolo Editore Città
1998 Mino Maccari: l'avventura de "Il Selvaggio". Artisti da Colle a Roma, 1924 1943 Maschietto & Musolino Firenze-Siena
1998 Omaggio a Mino Maccari nel centenario della nascita Pananti Firenze
2000 I Selvaggi della Lucchesia: Mino Maccari a Barga M. Pacini Fazzi Lucca
2013 Maccari: la commedia nell'arte, inediti e rari 1920-1978 Pananti Firenze

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