Marchetti Giulio stampa la scheda Stampa

S. Gennaro, Capannori (Lucca), 1891

Cognome Marchetti
Nome Giulio
Luogo di nascita S. Gennaro, Capannori (Lucca)
Data di nascita 1891
Luogo di morte Lucca
Data di morte 16/10/1957
Pittore Si
Scultore No
Incisore No
Decoratore No

Biografia

Fu allievo di Alceste Campriani e di Michele Marcucci presso il locale Istituto di Belle Arti. Espose per la prima volta a Firenze nel 1912, in occasione di una mostra promossa dalla Società delle Belle Arti. Nel 1925 tenne un’antologica preso l’Accademia di Carrara, con una presentazione in catalogo a cura di Enrico Bistolfi; in quella occasione due dipinti furono acquistati dalla stessa Accademia per l'annessa Pinacoteca. Nel 1928 tenne una personale a Tunisi e una a Firenze, presso Casa di Dante. L’anno successivo espose a Lucca e a Roma, nel 1934 Carrara presso Bottega d'Arte. Collaborò, nel corso degli anni Trenta, con il giornale "Il Popolo Apuano". Ricoprì la cattedra di Figura disegnata all'Accademia di Belle Arti di Carrara dal 1922 al 1939 e, successivamente, insegnò preso l'Istituto d'Arte di Lucca, dove fu professore di disegno e plastica di ornato e figura. Nel 1934 vinse con l'opera "Il fante caduto" il Premio Nazionale della Regina, nel 1935 il Premio Ussi, nel 1938 il Premio Nazionale Bianchi a Firenze. Nel 1942 una sua opera, "Case di saltimbanchi", fu selezionata dal Ministero per arricchire le collezioni della Galleria Nazionale d'Arte Moderna, mentre un'altra, esposta alla Mostra d'Arte Toscana di Forlì, fu acquistata dallo stesso Mussolini. Nello stesso anno tenne una personale a Lucca, all'Hotel Universo, inaugurata dall'Accademico Arturo Dazzi. Nel corso della sua carriera ha inoltre partecipato alle più importanti mostre nazionali, tra cui le Biennali di Venezia e le Quadriennali di Roma. Nel 1951 ottiene il primo premio in occasione del Concorso Nazionale "Beato Angelico" per un'opera ispirata al tema: "Gesù operaio". È morto a Lucca il 16 ottobre 1957, all'età di 66 anni (Fonte: Archivio Storico del Comune di Lucca). La sua pittura è riconducibile ad un sereno postimpressionismo. Nella recensione alla personale del 1942 all'Universo leggiamo: «Pittore d’istinto e di sempre fresca ispirazione, il Marchetti sa intendere il paesaggio nella sua essenzialità, come lo sentivano i nostri migliori macchiaioli […] Come essi, ritrae impressioni di luce e di colore con un sentimento sincero e squisito della natura, con efficace sintesi del vero, in forme nitide e incisive. […] Solida e sana pittura, la sua! Ha le radici più profonde nel nostro Quattrocento. Non ti fan ricordare, certe sue angolose, rudi e plastiche costruzioni, certo suo modo di chiaroscurare, la sintesi masaccesca? E il senso spaziale di certi suoi paesaggi non ti richiama alla concezione lirica di Piero? [...] Maestro – come è noto – nel dipinger ritratti […] si rivela largamente dotato anche nel paesaggio, come lo è nel quadro di composizione» (cfr. ASL, Legato Barsotti, busta 23, p. 39).

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