Bibolotti Pietro stampa la scheda Stampa

Pietrasanta (Lucca), 28/09/1885

Cognome Bibolotti
Nome Pietro
Luogo di nascita Pietrasanta (Lucca)
Data di nascita 28/09/1885
Luogo di morte Pietrasanta (Lucca)
Data di morte 25/10/1964
Pittore No
Scultore Si
Incisore No
Decoratore No

Biografia

Nasce a Pietrasanta il 28 settembre 1885. Tra il 1898 e il 1902 frequenta la Scuola di Belle Arti di Pietrasanta, ricevendo l’ultimo anno un premio per la scultura e l’architettura; allo stesso tempo completa il suo apprendistato presso il laboratorio del fratello Antonio. Una volta diplomato si reca a Roma, dove tra il 1903 e il 1908 si perfeziona in scultura presso l'Istituto Superiore di Belle Arti, sotto la guida di Antonio Allegretti ed Ercole Ferrari. Contemporaneamente segue la Scuola di nudo all'Accademia di Francia e frequenta lo studio di Arturo Dazzi, di cui diventa amico e collaboratore. Nel 1909 vince il Concorso Nazionale Stanzani per un pensionato quadriennale dell'Insigne Congregazione dei Virtuosi al Pantheon in Roma e viene ammesso per titoli alla Scuola Libera del Nudo del Reale Istituto di Belle Arti di Roma. Nel 1913 inizia a collaborare con Arturo Dazzi al "Monumento a Pietro Gori" di Portoferraio. Nel 1916 vince il concorso del Comune di Pietrasanta per insegnante provvisorio presso la Scuola di Belle Arti, dove è “aiuto” di figura e ornato, ma dopo pochi mesi viene richiamato alle armi. Tra il 1919 e il 1921 soggiorna a Manchester, Inghilterra, dove lavora presso uno studio di scultura. Qui esegue il "Busto di Colombo Toledano", ed ottiene consensi di critica e di pubblico per alcuni lavori eseguiti a Westminster. Al ritorno in patria, nel 1921, partecipa a numerosi concorsi per monumenti ai caduti: con il bozzetto "Vittoria" al concorso di Viareggio (1921), e con l’opera "Il Fante" (probabilmente il suo capolavoro) ai concorsi di Pietrasanta, Biella e Montecatini (1922) e Asti (1926). Nel 1928 porta a termine "L'Apuano" di Seravezza, rimasto incompiuto per la morte dello scultore Cornelio Palmerini. Nel 1923 decide di aprire un proprio laboratorio a Pietrasanta, dove inizia a lavorare per committenze del Nord e Sud-America; e traduce in marmo molti progetti di celebri scultori dell’epoca. Nel 1926 viene scelto da Dazzi come collaboratore fidato all'interno dei suoi studi di Querceta e Forte dei Marmi, oltre che avergli già fatto tradurre in marmo alcune tra le sue opere più importanti, e molti altri scultori di fama si avvalgono delle sue doti di artista. Con le sue teste-ritratto partecipa, peraltro sporadicamente, ad esposizioni regionali e nazionali di grande rilievo: la Sindacale Toscana (1929; 1945); la Quadriennale di Roma (1943; 1947; 1951); la Mostra degli Artisti Versiliesi a Viareggio (1942, 1944) e Pietrasanta (1946); la Mostra del Ritratto e dell'Autoritratto di Firenze (1947); la Rassegna Nazionale di Arti Figurative, Valle Giulia, Roma (1948); la II Biennale abruzzese di Giulianova (1948). Nel 1955 esegue il busto di "Padre Eugenio Barsanti", ora conservato al Museo dell'Automobile di Torino. Nel 1941 Cipriano Efisio Oppo lo incarica di supervisionare la traduzione in marmo delle statue per il Palazzo della Civiltà Italiana all'E.U.R. di Roma, eseguite nei laboratori di Carrara, Massa, Pietrasanta e Querceta. Nel 1964 porta a termine il "Monumento all'Alpino" per la città natale, dove muore nello stesso anno.

Tra i contributi bibliografici segnaliamo il catalogo Pietro Bibolotti-Antonio Bozzano-Giacomo Zilocchi: tre scultori a Pietrasanta fra otto e novecento, con testi di Gigi Salvagnini, Lucio Scardino, Umberto Sereni, Pietrasanta, Comune, 1999. Alcuni bozzetti sono conservati, su lascito della famiglia dell'artista, presso il Museo dei Bozzetti di Pietrasanta.

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